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Metodologie di selezione
''INBREEDING, LINEBREENDING
E OUTCROSSING''
Parlando di allevamento e selezione, spesso si utilizzano i termini di “linebreeding” e “inbreeding”, ma non sempre anche gli allevatori più esperti ne conoscono il reale significato. Potrebbe quindi risultare utile approfondire questi due metodi di selezione, le ragioni del loro utilizzo e quali risultati ci si dovrebbe aspettare. Parlando di questi concetti, bisogna anche necessariamente parlare dell’”outcrossing”.
Il LINEBREEDING consiste nell’accoppiamento di soggetti che sono strettamente correlati da un antenato comune, preferibilmente uno con caratteristiche che si desidera ottenere nella progenie che ne risulta. In altre parole, si realizza utilizzando genitori strettamente correlati a questo antenato, ma poco o per nulla correlati fra loro in altro modo. Si tratta, infatti, di un accoppiamento secondo la LINEA di questo antenato comune.
L’INBREEDING implica un maggior grado di parentela fra i soggetti accoppiati rispetto a quanto avviene nel linebreeding. Invece di riguardare soggetti in seconda, terza o successiva generazione, in genere si considerano appartenenti a questa categoria solo quattro tipi di correlazione: figlio / madre, figlia / padre, fratello / sorella, fratellastro / sorellastra (cioè con lo stesso padre ma madri diverse, oppure con la stessa madre ma padri diversi). Ovviamente quando si utilizzano per l’accoppiamento soggetti di due cucciolate diverse ma con gli stessi genitori (ad esempio frutto di accoppiamenti ripetuti), questi vengono considerati come fratelli e sorelle pieni.
OUTCROSSING è invece l’accoppiamento di soggetti che hanno poca o nulla correlazione parentale.
LINEBREEDING
Lo scopo sia del linebreeding che dell’inbreeding è migliorare la razza traendo il meglio possibile dai genitori, elevando la qualità dei soggetti. L’esperienza di molti allevatori nel tempo ha dimostrato che se si vuole ottenere qualcosa di più dall’allevamento che una mera moltiplicazione dei soggetti e se si vuole ottenere un risultato efficace e duraturo nel tempo, è necessario ricorrere al linebreeding, che non solo permette l’accoppiamento di soggetti con caratteristiche molto simili ma restringe il pedigree a poche linee di sangue strettamente correlate. Ciò “purifica” il pedigree e permette all’allevatore di esercitare un certo controllo su tutte le caratteristiche, limitandone al minimo la variabilità.
Vantaggi
I risultati ottenibili con questo sistema di allevamento risultano sicuramente più prevedibili di quanto mediamente accada. Infatti quando la femmina viene accoppiata con un maschio SPERANDO di ottenere risultati che non hanno ragione scientifica di comparire non si effettua una buona selezione, e se anche nella cucciolata dovessero nascere uno o due soggetti sopra la media, questi non hanno nulla nel loro corredo genetico che possa fungere da base per la successiva trasmissione delle caratteristiche desiderabili. Invece quando i soggetti di elevata qualità sono originati da accoppiamenti in linebreeding, il miglioramento che si ottiene deriva dalla forte influenza ereditaria fornita dai progenitori. Se la SELEZIONE di questi progenitori è stata buona, i risultati dell’accoppiamento saranno positivi.
Svantaggi
il principale pericolo di questo tipo di selezione è che la scelta dei riproduttori venga basata solo sul pedigree, cioè che non si tengano in considerazione le caratteristiche fisiche dei due soggetti da accoppiare. Per questo l’indicazione fornita dalle esperienze degli allevatori più esperti è la seguente: la compensazione fisica è la base fondamentale sulla quale si deve costruire tutto il lavoro successivo. Il linebreeding non sostituisce la selezione ma, al contrario, richiede una più attenta valutazione e discriminazione delle linee di sangue. Se l’allevatore decide gli accoppiamenti solo in base al pedigree, senza considerare la compensazione fisica, il risultato finale sarà negativo. Nessun sistema di selezione ha mai permesso di ottenere i buoni risultati del linebreeding, e nessun altro sistema riesce a produrre con così grande efficacia soggetti di buon livello, che migliorano anno dopo anno, ma è molto importante non perdere mai di vista la selezione dell’individuo. Dopo l’utilizzo del linebreeding già per poche generazioni si ottiene quella che in effetti è una razza pura – una razza all’interno della razza, se così si può dire. L’allontanamento dal linebreeding può essere considerato, in una certa misura, un “incrocio”, perché quando la linea di sangue viene fissata essa assume tutti gli attributi di un ceppo specifico, come in realtà è, e mantiene queste caratteristiche per lungo tempo. Con il linebreeding, in alcune razze sono stati sviluppati alcuni ceppi così dominanti che neanche l’outcrossing riesce a cambiarne sostanzialmente l’aspetto per parecchie generazioni, e le caratteristiche dei genitori si mantengono inalterate nella progenie. Questo, ovviamente, è il risultato che potevamo aspettarci. Quando esistono, i fallimenti del sistema del linebreeding possono essere spiegati da varie ragioni. Innanzitutto c’è la continua comparsa di principianti della razza, persone che non hanno mai fatto accoppiamenti prima o dedicato tempo allo studio di questo argomento. Nella loro ignoranza, essi credono che accoppiare due cani con “pedigree”, meglio se soggetti vincenti alle esposizioni, meglio ancora se “Campioni”, sia tutto quello che serve. Esiste poi un grande numero di allevatori che non vogliono perdere tempo con gli studi sulla genetica, che vogliono solo produrre cani per venderli e guadagnare, e che quindi non hanno alcun interesse a cercare di migliorare la razza con anni di lavoro e di sforzi. Esistono anche allevatori del tipo “o la va o la spacca”, che sperano nel colpo di fortuna che a volte assiste i principianti e che permette la nascita di uno o due “soggetti di punta”.
INBREEDING
L’inbreeding è il linebreeding spinto ai suoi limiti. Esso possiede tutti i vantaggi e gli svantaggi del linebreeding spinti all’ennesima potenza. Accoppiare una figlia con il padre produce una progenie con tre-quarti di sangue del padre, e questa pratica, se proseguita nel tempo, porta in breve alla nascita di progenie discendenti da una sola linea di progenitori, praticamente eliminando la linea di sangue della madre originale. Questa forma di selezione viene utilizzata quando si desidera tramandare tutte le caratteristiche possibili della linea di sangue del padre. Analogamente, quando una madre viene accoppiata con il proprio figlio, aumenta la percentuale di linea di sangue della madre, e questo sistema viene ovviamente utilizzato quando si desidera preservare ed intensificare le caratteristiche della madre. Entrambi i sistemi raggiungono risultati all’incirca simili anche quando si utilizzano i nipoti. L’accoppiamento fra fratello e sorella è un inbreeding nel quale vengono conservate le linee di sangue di entrambi i genitori in eguale proporzione. E’ meno efficace rispetto agli accoppiamenti descritti in precedenza nel rinforzare le linee di sangue esistenti, ma può venire utilizzato quando l’accoppiamento fra il padre e la madre dei due soggetti in questione è stato coronato da notevole successo, dando virtualmente luogo ad un nuovo tipo.
Vantaggi
Come detto in precedenza, si tratta del linebreeding portato al suo massimo livello. Quando vengono utilizzati soggetti di qualità superiore, è lo strumento più utile e sicuro per esaltarne l’eccellenza e tramandarla. E’ il metodo grazie al quale si ha la maggior probabilità di mantenere la linea di sangue di un soggetto eccezionale, fondendola nelle altre linee e facendo in modo che essa influenzi un’intera linea di discendenza. Se proseguito nel tempo, l’inbreeding porta alla scomparsa delle linee di sangue esterne al pedigree, che diventa invece riconducibile ad un singolo soggetto, o al massimo due. L’inbreeding quindi non serve a creare l’eccellenza, ma a mantenerla e ad utilizzarla al meglio quando essa appare. Una grande quantità di stalloni importanti originano dall’inbreeding o dal linebreeding stretto. Ovviamente un cane frutto di inbreeding marca molto di più di uno ottenuto con il linebreeding: la metà di progenitori dello stesso sangue che esso fornisce alla cucciolata è certamente dominante rispetto a quella della fattrice che abbia un pedigree “aperto” (per pedigree “aperto” si intende un pedigree in cui non ricorre il nome di un soggetto per più di una volta in parecchie generazioni). L’inbreeding è perciò riconosciuto essere il sistema di selezione più influente, basato sulle leggi dell’ereditarietà; esso rappresenta tutto ciò che è il linebreeding, e di più: nessun altro sistema di allevamento uguaglia questo nell’intensificazione delle linee di sangue, nel permettere il miglior uso dei soggetti di eccezionale qualità e nel costruire un ceppo all’interno della razza.
Svantaggi
Sebbene il raddoppiamento e l’intensificazione delle caratteristiche ottenuto con questo metodo assicuri risultati più probabili che possibili e, se continuato a lungo, dia la certezza del risultato, bisogna tenere ben presente che questa regola vale sia per le caratteristiche positive che per quelle negative, vale a dire che questo metodo di selezione interessa tutte le caratteristiche del soggetto. Ciò significa che, a meno che l’allevatore sia in grado di riconoscere un buon soggetto di razza quando lo vede o possieda un buon gruppo di riproduttori da cui partire, l’inbreeding può portare al disastro. D’altra parte, quando si realizza l’ipotesi contraria è possibile ottenere successi strepitosi. Esistono molti esempi di successo, ma anche altrettanti fallimenti di chi è “uscito dal gioco” ed il cui “tipo” è scomparso o sta scomparendo. Indiscutibilmente nessun altro sistema di selezione ha così tanti detrattori, la maggior parte dei quali completamente ignoranti sull’argomento. Molti sostengono che questo metodo porta ad una diminuzione della forza vitale, delle dimensioni e della fertilità, e così via, ma essendo universalmente riconosciuto da tutti gli allevatori ed i genetisti che TUTTE le caratteristiche possono essere esaltate o diminuite, rafforzate od indebolite, dall’inbreeding (sempre che sia stata effettuata una rigida selezione), perché esso dovrebbe in particolare portare a perdita di taglia, vigore e fertilità? Se noi selezionassimo anche per il vigore e la fertilità, come facciamo per le altre caratteristiche, il problema comparirebbe solo quando il vigore e la fertilità fossero bassi nello stock riproduttivo originale. Poiché entrambi questi fattori sono indispensabili – il primo per garantire la sopravvivenza ed il secondo per garantire la riproduzione – è necessario che essi siano presenti ad alti livelli nei soggetti che intendiamo utilizzare con l’inbreeding. Il primo requisito dell’inbreeding è la partenza con soggetti di qualità superiore: questa selezione non dovrebbe MAI essere attuata da NESSUN allevatore in possesso di uno stock riproduttivo mediocre. Se l’allevatore è in possesso solo di una femmina di qualità media, può invece cominciare il miglioramento utilizzando uno stallone le cui caratteristiche si avvicinino il più possibile a quelle ideali indicate dallo standard di razza. Con la progenie che risulta da questo primo accoppiamento, o su un numero selezionato di prodotti, si dovrebbe ritornare ad utilizzare la linea paterna per gli accoppiamenti successivi. Se si continua ad utilizzare questo criterio, scartando dalla riproduzione tutti i soggetti di scarsa qualità, si può considerare l’utilizzo dell’inbreeding. Secondo l’esperienza di molti, quando l’allevatore ottiene una grande variabilità nel tipo di soggetti che produce, e solo occasionalmente produce un soggetto realmente valido e spesso solo per un colpo di fortuna …. quando la percentuale dei soggetti validi comparata a quella totale dei soggetti prodotti è deprimentemente bassa … il solo metodo a cui può ricorrere per migliorare la situazione è l’inbreeding. Grazie all’inbreeding l’allevatore è in grado di individuare i caratteri dominanti e recessivi dei suoi riproduttori, sia quelli positivi che quelli negativi. La pratica di selezionare utilizzando gli individui migliori senza badare alle loro linee di sangue. è il sistema che di solito viene utilizzato dai principianti e da quelli il cui scopo principale è produrre cuccioli da vendere sfruttando la popolarità dei “grandi” nomi e la percentuale di “campioni” presenti nel pedigree, ma il risultato è spesso la produzione di soggetti non degni di nota, con una notevole varietà di tipo. Se e quando queste persone vogliono diventare appassionati il cui obiettivo principale sia la costruzione di un proprio ceppo di soggetti di qualità superiore all’interno della razza, essi dovranno necessariamente ricorrere all’inbreeding o al linebreeding. In altre parole, il sistema di selezione che si sceglie di seguire dipende dai risultati che si vogliono raggiungere: se lo scopo è il miglioramento della razza è necessario utilizzare l’inbreeding ed il linebreeding. Molte razze possono rintracciare le loro origini in tempi molto remoti. Se si prende in esame il pedigree fino alla sesta generazione dei cani di razza pura, si può spesso rilevare che i due soggetti che vogliamo usare per l’accoppiamento hanno almeno un antenato in comune da qualche parte, anzi spesso esiste più di un antenato comune, ed i loro nomi appaiono più volte in uno o in entrambi i pedigree. Spesso si vedono pedigree dove viene ad esempio segnalato un linebreeding ”4-5” o “5-5” su uno o più stalloni, vale a dire in quarta e quinta, o due volte nella quinta generazione. Quando si considera che un cane che appare in quarta generazione contribuisce solo per 1/256 ai fattori ereditari del cucciolo, è facile capire che questi antenati così distanti nel tempo non possono contrastare l’influenza dei soggetti non correlati, e magari di scarsa qualità, che appaiono successivamente nel pedigree. Troppi appassionati sono invece convinti di avere un soggetto di grande importanza per l’allevamento solo perché sul pedigree in terza o quarta generazione appaiono uno o più soggetti eccezionali.
OUTCROSSING
L’outcrossing, ovvero l’utilizzo per la riproduzione di soggetti non strettamente correlati alle linee di sangue presenti nel nostro programma di allevamento, fa parte della selezione programmata, e quindi DEVE essere preso in considerazione quando si parla dell’argomento. Chi utilizza la selezione basata sull’inbreeding e sul linebreeding dovrebbe ricorrere all’outcrossing solo per uno scopo preciso. Ogni allevatore esperto sa che molto spesso i prodotti di prima generazione di un outcrossing fra due soggetti eccellenti presentano molte delle buone qualità dei genitori. Ciò spiega perché, quando questi prodotti di prima generazione calcano i ring e vincono, i loro allevatori e gli altri si affrettano a ripetere accoppiamenti analoghi. E’ però probabile che la generazione successiva sia eterogenea ed assolutamente priva di uniformità. Ciò non solo impedirà a questi allevatori di sviluppare e mantenere un loro tipo, ma contribuirà a creare all’interno della razza grosse differenze di tipo e di proporzioni. Questi allevatori quindi forniscono un disservizio alla razza, e sono i maggiori responsabili della presenza di eccessive differenziazioni e della confusione che spesso colpisce anche i giudici. Quando si dovrebbe ricorrere all’outcrossing? Un vecchio allevatore americano così dice: “Chiedere ogni quante generazioni si deve fare un outcrossing è come chiedere in quale giorno della settimana bisognerebbe avere con sé un ombrello.” La credenza popolare dice che utilizzare ogni tanto una nuova linea di sangue, addirittura ad ogni accoppiamento, risulta di beneficio dopo aver praticato il linebreeding e l’inbreeding per qualche generazione, ma questa indicazione non risulta vera se durante il periodo di selezione stretta ci si è basati sul concetto più volte ripetuto che “la compensazione fisica è la base su cui costruire tutto il lavoro di selezione”.
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Classificazione FCI - N. 286
Gruppo 3 Terrier
Sezione 3 Terrier di tipo bull
Standard N. 286 del 1936
Nome: American Staffordshire Terrier
Tipo: Terrier di tipo bull
Origine: USA
Altezza al garrese
Maschio 46-48 cm
Femmina 44-46 cm
Peso ideale
Maschio 24-30 kg
Femmina 18-25 kg |
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